L’industria alimentare di Gino Tanzi (1903-1965) con sede a Sala Baganza aveva come marchio di fabbrica un trifoglio di colore verde inserito in un tondo, in uso già dagli anni della guerra, ma depositato solo il 24 marzo 1947 per contrassegnare doppio e triplo concentrato di pomodoro, salumi in genere, marmellate e gelatine di frutta. Si trattava, tuttavia, di un marchio dal modesto impatto visivo. Così, pochi mesi dopo il termine del conflitto, Tanzi si adoperò per rafforzare l’immagine della propria azienda.
Recandosi regolarmente ogni venerdì a Milano per l’acquisto dei maiali e fermandosi a pranzo dopo il mercato, ebbe con ogni probabilità l’occasione di sentir parlare da altri imprenditori conosciuti di uno dei più importanti grafici del periodo, Gino Boccasile (1901-1952). Dall’incontro di due personalità di spicco (unite per di più dallo stesso nome di battesimo) sarebbe nato uno stupefacente messaggio pubblicitario destinato a fondere, in un’unica immagine, tutte le attività di Tanzi, con una precoce visione “di Gruppo”.
L’autore, Gino Boccasile era nato a Bari il 14 luglio 1901. Dopo gli studi alla Scuola di Arti e Mestieri della sua città nel 1932 si era trasferito a Milano, dove aveva cominciato a collaborare con lo studio pubblicitario di un grande della comunicazione, Achille Luciano Mauzan (1883-1952).
Dopo un breve soggiorno nella capitale francese fondava a Milano, con l’amico Franco Aloi l’agenzia di pubblicità Acta in Galleria del Corso, dove poté finalmente dar sfogo alla sua vena creativa e a quell’incredibile potenziale comunicativo di cui era dotato e che non avrebbe avuto pari.
La forza del tratto e la genialità delle sue immagini riuscivano ad attrarre il frettoloso passante e a comunicargli in un attimo il messaggio per cui erano state create. «Una comunicazione visiva di pronta presa con i personaggi che, ancora oggi, sembrano balzare, esplodere dal manifesto».
All’attività pubblicitaria affiancò anche quella di illustratore per la stampa periodica.
Disegnò manifesti pubblicitari e cartoline per l’agricoltura, la tutela del risparmio, il lavoro (Fotografia Gevaert, Borsalino, Ramazzotti, Martini, Bayer, Pirelli, la Rinascente, Liquigas, Dischi Cetra, …). La fama gli portò lavori importanti a livello nazionale. Durante la guerra Boccasile realizzò numerose campagne di propaganda politica e militare, schierandosi apertamente, dopo l’8 settembre 1943, con la Repubblica di Salò. Una scelta che gli costerà parecchio, sul piano professionale, negli anni del dopoguerra.
Riprese la sua attività dal 1946, soprattutto con la grafica pubblicitaria, cambiando leggermente stile. Anche dopo il Fascismo, Gino Boccasile disegnò l’Italia: fu sempre lui, dopo aver avviato una sua agenzia di grafica, ad invadere i muri delle città e delle campagne con le pubblicità di quei giorni. Dal Formaggino Mio alla lama Bolzano, dal Ramazzotti alle moto Bianchi, e poi ancora il dentifricio Chlorodont, le calzature Zenith, l’assicurazione Riunione Adriatica di Sicurtà, lo yogurt Yomo, i profumi Paglieri, lo shampoo Tricofilina, i biscotti Pavesini, … tutto era firmato Boccasile.
Gino Boccasile moriva a Milano il 10 maggio 1952 per un improvviso attacco di pleurite mentre stava illustrando il Decamerone del Boccaccio.
Questa dunque la personalità a cui Gino Tanzi si era rivolto per “immaginare” un messaggio pubblicitario per la propria azienda.
Così Boccasile nel 1946 disegnò un accattivante manifesto pubblicitario con una prosperosa ragazza raffigurata nell’atto di porgere un piatto di salame, seduta a cavallo di un maiale e con una latta da 5 kg di Triplo Concentrato di Pomodoro sulla testa: una “Signorina Grandi Firme” gioiosa e padana.
Il soggetto, dall’indubitabile fascino, sottolineava in maniera molto forte l’identità della ditta, al punto da venire utilizzato come insegna-marchio dell’azienda stessa, secondo un procedimento abbastanza diffuso nell’anteguerra: l’icona memorabile di un manifesto divenuta marchio dell’impresa. Così, la florida donna emiliana diventa ambasciatrice dei prodotti di Gino Tanzi sulle cartoline e sulla carta intestata, sulle etichette e sulle fascette da salumi, sugli oggetti promozionali e sulle fiancate di furgoni e mezzi di trasporto, sostituendo, di fatto, il troppo esile marchio ufficiale, pur sempre presente.