Il percorso, particolarmente adatto a passeggiate primaverili ed autunnali, ruota attorno al baricentro del Castello, che con la sua mole controlla e custodisce questo itinerario capace di mostrare al visitatore le bellezze naturalistiche e architettoniche che adornano i primi colli di Felino.
Mappa del percorso
L’itinerario
Partendo dall’abitato di Felino, nei pressi della Chiesa Arcipretale, si prosegue lungo via Venturini, costeggiando per alcune centinaia di metri il muro di cinta della proprietà Caumont Caimi, che lascia intravedere parti della villa all’interno. La proprietà, nota anche come “Il recinto” venne probabilmente edificata nel XVII secolo dalla Famiglia Bajardi per passare nel 1831 ai Conti Caimi. A questo periodo si devono le trasformazioni di gusto neoclassico. Fra i rustici notevoli le scuderie settecentesche e la stalla di gusto neogotico. Henry Caumont Caimi alla fine dell’Ottocento incrementò la produzione vinicola sul versante collinare del parco ottenendo notevoli premi e apprezzamenti in Francia e Inghilterra. Una vetrina del Museo del Vino di Sala Baganza è a lui dedicata.
Giunti in località “Pettenello”, percorrendo sulla sinistra una stradina che sale nel bosco, si guadagna la sommità del colle su cui si erge il Castello di Felino che ospita il Museo del Salame.
Costruito nel XII secolo, il Castello di Felino venne ampliato e fortificato raggiungendo il massimo splendore con Pier Maria dei Rossi. Appartenuto in successione ai Pallavicino, agli Sforza e poi ai Farnese, quindi alla Mensa Vescovile, l’antico maniero, integralmente restaurato dalla Famiglia Alessandrini, domina la vallata fra i torrenti Parma e Baganza e ospita un ristorante di charme.
Nei magnifici ambienti della cucina e delle cantine del Castello di Felino è allestito il Museo del Salame. Il percorso di visita si snoda – parallelo alla storia del maiale nero parmigiano – fra gastronomia, norcineria e produzione casalinga degli insaccati, con un’ampia rassegna di immagini d’epoca, oggetti antichi e filmati con testimonianze toccanti e momenti rievocativi dell’antica tecnica di produzione, fino all’attuale tecnologia della qualità e all’irrinunciabile assaggio del “Principe dei Salami”.
Lasciato il Castello si prosegue scendendo verso sud, lungo via Ricò in direzione Barbiano. Abitato fin dalla preistoria (un insediamento paleolitico è stato scavato sul Monte Leoni), è citato in una pergamena del 918 e in una vendita del 1028. La Pieve di Sant’Antonio, citata per la prima volta nel 1230 è stata ricostruita nelle forme attuali nel 1775 da don Cerdelli. Visitata dalla Duchessa Maria Luigia durante i suoi soggiorni a Sala, conserva alcuni dipinti di autori parmigiani dell’Ottocento da lei donati.
La strada sovrasta sulla sinistra la parte alta della piccola ma scoscesa valle del Rio del Castello, coperta per la maggior parte da prati, mentre sulla destra l’ampio tratto della vallata del torrente Baganza, fiancheggiata dai famosi calanchi di Maiatico, che tanto colpirono la fantasia di Giuseppe Garibaldi, in visita alla Marchesa Trecchi nell’aprile del 1861.
Dopo alcuni tornanti si imbocca sulla sinistra via Carroni dove ammirare un suggestivo panorama: il Castello si erge fra gli alberi sulla sinistra mentre a destra il Rio Silano crea un paesaggio fatto di boschetti e prati. Questo tratto è il più interessante dal punto di visita naturalistico; è possibile ammirare i boschi, lungo il Rio del Castello, di castagni governati a ceduo, querce, aceri e acacie sui quali si aggirano scoiattoli e picchi verdi.
La strada, che scende fra alberi e case isolate e che permette la visione di uno straordinario panorama sulla pianura, termina, dopo il viale alberato che conduce a Villa Brian sulla strada Pedemontana di fronte alla corte Marcandrea, già Malatacca. La villa, costruita agli inizi dell’Ottocento, è stata ampliata nel 1913. Un tempo era al centro di una vasta tenuta agricola che si stendeva da Barbiano a Sant’Ilario Baganza, che comprendeva anche il Castello di Felino e diverse fattorie, fra cui anche quella di Malatacca.
Si rientra quindi in direzione Felino fino a raggiungere il Torrione del XIV secolo, possente struttura difensiva medievale, connessa alle esigenze di controllo del territorio del castello. Si gira quindi a destra e, dopo aver coperto qualche decina di metri, a sinistra per Via Matteotti. Percorrendo le vie Corridoni e Carducci, che conducono alla piazza principale è possibile inoltre ammirare due edifici interessanti: la Farmacia Bracchi e la Casa del Rigoletto, un tempo detta Casa della Madonnina per la presenza di una Maestà, fatta erigere da Henri Caumont nel 1875 dal Capomastro Ludovico Tagliavini in stile neogotico svizzero, caratterizzata dalla presenza di decorazioni in cotto, che arricchiscono le bifore cieche della facciata, le cornici e i davanzali di alcune finestre, del balconcino sull’edicola e del portale d’ingresso ad arco a tutto sesto sul lato nord.